Venerdì 27 agosto si sono svolte le finali nazionali di Vinibuoni d’Italia e sono stati assegnati i premi dell’edizione 2022. 904 le etichette in finale che sono state selezionate tra i vini con il massimo punteggio sia nelle varie commissioni regionali che tra gli spumanti Metodo Classico della sezione Perlage.
Il format dell’evento finale è stato rivisitato causa Covid-19 e si è svolto nella sede cuneese della redazione, a Vezza d’Alba, invece che nella classica forma itinerante, rinunciando così alle cosiddette commissioni parallele del progetto Oggi le Corone le decido Io. Questo, però, non ha influenzato l’arduo e difficile lavoro delle 2 commissioni che durante i 4 giorni di degustazione ha premiato 165 vini con la Golden Star e 739 vini con la Corona, massimo riconoscimento della guida.
Numeri, questi, che testimoniamo come il numero dei campioni sia aumentato notevolmente, con una partecipazione sempre più crescente delle cantine candidate.
Vinibuoni d’Italia: come funziona la votazione
Il primo step consiste nell’invio della richiesta dei campioni a tutte le aziende presenti nel database della manifestazione. In seguito, i coordinatori regionali organizzano la raccolta dei campioni e le sessioni di degustazione, le cui modalità sono variabili da regione a regione. Unico elemento in comune è che, come da sempre ha fatto Vinibuoni d’Italia, i vini vengono degustati sia a bottiglia coperta che in batteria.
Per quanto riguarda la votazione, i punti assegnati a livello regionale vanno da 1 a 4 stelle. Tra tutti i vini che hanno ottenuto il massimo punteggio vengono selezionati i finalisti che sono poi oggetto di degustazione delle commissioni nazionali, che raggruppano i coordinatori nazionali. Anche durante questo secondo step di degustazione i vini vengono assaggiati sia a bottiglia coperta che in batteria e, per policy, ciascun coordinatore regionale prova solo i vini provenienti da regioni diverse dalla sua.
I vini che ricevono più voti ottengono la Corona, massimo riconoscimento della guida, mentre agli altri viene attribuito il prestigioso premio della Golden Star.
Per entrambe le stelle sono stati premiati due categorie di vini: quelli che rientrano nella categoria “Perlage Italia – Spumanti Metodo Classico”, e quelli che derivano da vitigni autoctoni, permettendo di (ri)scoprire alcune ottime etichette italiane.
Vinibuoni d’Italia 2022: 3 vini tannici assolutamente da provare
L’edizione 2022 di Vinibuoni d’Italia ha regalato al palato delle commissioni quei sapori che abbracciano il nord, il centro e il sud della penisola e che tutto il mondo ci invidia.
Il Piemonte, la terra del Barolo, ha visto premiato con la Corona il Barolo DOCG Bussia 2017, dell’azienda agricola Poderi Luigi Einaudi, dell’ex presidente della Repubblica. Anche quando ricoprì la sua massima carica politica, Einaudi non si perse mai una vendemmia, regalando così al suo territorio un prezioso bene da custodire: i “suoi” 100 ettari di azienda, costruiti quasi da zero, di cui venti coltivati a vigna. Considerato un’eccellente espressione della celebre denominazione delle Langhe, questo vino regala all’olfatto un aroma di prugna, ribes, menta, spezie dolci, violette, rose e tabacco. In bocca risulta ricco di frutto e pieno, senza però essere pesante, grazie ai tannini e alla sua vitalità acida.
L’Oltrepò Pavese, la zona più meridionale della regione Lombardia, conosciuta anche come “Vecchio Piemonte”, ha visto incoronare l’Oltrepò Pavese DOC Barbera Campo del Marrone 2019, dell’azienda Bruno Verdi. Un ottimo biglietto da visita quello con cui si presenta: con il suo rosso rubino intenso profuma di violette, frutta rossa e pot-pourri di rose, con un leggero tocco speziato di chiodi di garofano e anice stellato. Con quel sapore caldo e avvolgente, ma allo stesso tempo fresco, grazie ai suoi tannini, si rivela equilibrato al sorso, con un finale aromatico di caffè tostato.
Spostandoci più a sud, la Puglia ha visto trionfare il più importante dei vini Crifo, il Castel del Monte Nero di Troia Riserva DOCG Augustale 2015, prodotto dalla Cantina di Ruvo di Puglia. Ennesimo riconoscimento, questo, che va ad aggiungersi al già ricco palmarès, sottolineando come l’eccellenza del marchio Crifo stia crescendo sempre di più a livello di popolarità.
Dal 1960, anno in cui la cooperativa agricola è stata fondata, si è specializzata nella raccolta e vinificazione delle uve della cultivar Nero di Troia, da cui nasce questo vino rosso rubino, così profondo e impenetrabile. La sua esuberanza sprigiona in un profumo di rose rosse e pot-pourri, frutta sotto spirito e boero, chiodi di garofano, cannella e china, mentolo e tabacco aromatico. Al palato, non da meno, regala un’intensa freschezza, grazie alle sue proprietà tanniche, chiudendo con note balsamiche e tostate.