Considerato il re dei vitigni della Puglia settentrionale, il Nero di Troia è il vitigno autoctono più importante della regione dopo Primitivo e Negroamaro.
Vino pugliese per eccellenza, conosciuto a livello locale con l’antico nome di “sumarello” o “somarello”, il Nero di Troia conquista chi lo prova fin dal primo assaggio con la sua forte personalità. Questo, non solo perché è ottenuto unicamente da un vitigno a maturazione tardiva, ricco di tannini e antociani, ma anche e soprattutto per il suo sapore fruttato avvolgente che richiama profumi di more, amarena e mirtilli. Al palato regala anche il gusto delle spezie, del sottobosco e del tabacco scuro.
Proprio per questi sapori “da favola”, la storia di questo vino rosso di Puglia di qualità si presta a suggestioni e a diverse leggende che meritano di essere lette con un buon calice in mano.
Nero di Troia leggende: tre storie da degustare con un calice in mano
Secondo una leggenda, pare che Diomede, sbarcando nella Daunia dopo la guerra di Troia abbia deciso di fermarsi in una zona a cui diede il nome di Campi Diomedei, e vi piantò alcuni tralci di vite che aveva con sé.
In base a un’altra versione, invece, l’origine del Nero di Troia risale all’omonima città di Troia, fondata dai Greci nel 700 a.C.
Una terza ipotesi è che abbia avuto origine nella regione catalana di Rioja, giungendo successivamente a Troia intorno al 1745.
Che si tratti di verità o di storie di trasmissione orali con un velo di mistero, quel che è certo è che del vino Nero di Troia si parli nel XVIII libro dell’Iliade e che negli antichi scritti se ne faccia menzione quale “corposo vino di Troia” bevuto alla corte di Federico II di Svevia e coltivato nella zona dell’alto barese intorno all’anno Mille. Sarà anche per questo che quando dici Puglia, dici Nero di Troia.
Nero di Troia riconoscimenti: la conquista di due DOCG e due DOP
Dal mito alla realtà, il prestigio e l’eccellenza del Nero di Troia sono confermati dal fatto che a questo vino rosso sono dedicate due delle quattro DOCG pugliesi, la Castel del Monte Nero di Troia Riserva e la Castel del Monte Rosso Riserva, e due DOP, il Rosso Barletta e il Castel del Monte.
Nero di Troia abbinamenti: sulla tavola degli Italiani, in tutte le regioni
Con il suo colore rosso rubino seducente e intrigante, il Nero di Troia IGP (o IGT) Puglia ha conquistato un posto d’onore sulla tavola degli Italiani perché si abbina perfettamente a piatti importanti della nostra tradizione culinaria, spaziando con disinvoltura dall’anatra all’aretina alle zuppe di legumi, dall’agnello in agrodolce all’arrosto di maiale al forno, allo spezzatino con patate.
Che sia un pranzo tra colleghi o una cena romantica, o ancora un aperitivo improvvisato a casa durante questo lockdown, il vino Nero di Troia non delude mai e fa una figura strepitosa per quel suo equilibrio armonico e la sua tannicità. E anche a tavola, una bella bottiglia dona quel tocco in più di eleganza, che non guasta mai.
Quale scegliere? Nella selezione di etichette Crifo, prodotte dalla Cantina di Ruvo di Puglia, c’è l’imbarazzo della scelta: dall’imponente bottiglia dell’Augustale Castel del Monte Nero di Troia Riserva DOCG, a quelle stilose del Terre del Crifo Nero di Troia Puglia IGP o del Nero dello Squarcione Appassimento Rosso Puglia IGP, per finire con la sagoma slanciata della bottiglia del Grifone Nero di Troia Puglia IGP.
Che sia anche questa l’ennesima leggenda associata al rosso Nero di Troia? Assaggiare per credere.