Vino importante, vino di struttura, complesso quando invecchiato e particolarmente stuzzicante anche quando giovane e di pronta beva, in Puglia il nero di Troia la fa da padrone sia sui piatti più sofisticati che su quelli della tradizione.
Accompagna le carni preparate in ogni sua declinazione, sposandosi bene anche con quelle dai sapori forti come agnello, selvaggina, faraona, e alle preparazioni dai gusti succosi e speziati.
E allora largo ad apoteosi di solleticazioni al palato con numerosi piatti di portata a base di carne arrosto, in umido o al tegame, o ancora con portate tipiche del suo territorio di provenienza, l’alta Puglia dal nord barese alla provincia di Foggia, come l’agnello in agrodolce e la faraona ripiena.
Essendo un rosso di corpo, nato con una sostanziosa carica polifenolica che ne definisce il peso dei tannini, su piatti succulenti restituisce equilibrio al palato.
E se anche è vero che i suoi tannini possano essere ammorbiditi con un passaggio in barrique, è certo che non perderanno mai quella personalità che ne definisce la struttura impegnativa, per banchetti impegnativi. Profumi, misteri e potenza in un vino dalle molteplici sfaccettature che incanta naso e bocca con sentori di more e liquirizia, di spezie e legno, con note balsamiche e a volte erbacee, finanche leggermente amarognole che si amalgamano con eleganza e mitigano sapori anche difficili come quelli della selvaggina.
Quando giovane e dal bouquet più floreale e fruttato, ma con tannini più duri, il nero di troia esige gusti altrettanto decisi, dove i suoi tipici sentori per contrasto ammorbidiscono l’intensità del gusto della carne, in particolare, mentre la struttura ne esalta la preparazione saporita.
Nella sua versione più elegante, che viene dai passaggi in barrique, fino alle versioni riserva, dove la naturale spigolosità dei tannini lascia il posto a maggiore raffinatezza e armonia, questo meraviglioso vino si lascia apprezzare con primi piatti in ragù importanti, ma anche con i gusti più delicati delle zuppe di legumi o con quelli più avvolgenti dei formaggi stagionati.
Ricette come faraona alla salvia, arrosto di maiale, oca in agrodolce e i più classici spezzatini con le patate partecipano ad esprimere al meglio le caratteristiche uniche del Nero di Troia.
E per i veri Nero di Troia “addicted” ecco come si prepara un brasato di carne marinata, e indovinate dove? Ma nel vino da Nero di Troia.
Preparazione per quattro persone: per prima cosa mettere a marinare i pezzetti di muscolo di puledro (800 gr.) in una ciotola o contenitore con 1 litro e mezzo di vino rosso di Troia, per almeno due ore; passare la carne in pentola e unirla a un preparato di verdure (1 carota, 2 cipolle sponzali, 1 costa di sedano), aggiungere 1 cucchiaino di sale grosso da cucina e 30 gr. di olio, lasciare cuocere a fuoco basso per 15/ 20 minuti, per far rilasciare lentamente il vino assorbito dalla carne; quando sarà evaporato il vino contenuto nella carne, aggiungere quello rimanente della marinatura e lasciar cuocere a fuoco moderato, con coperchio, per 2 ore e mezza circa, girando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno. Prima di terminare la cottura, regolare di sale e spegnere il fuoco solo quando si sarà consumato quasi tutto il liquido di cottura.
Servire con un buon vino. Un Nero di Troia ovviamente, e quale se non una delle 8 etichette Crifo della Cantina di Ruvo di Puglia? Scegliere tra Augustale Riserva DOCG in purezza, Squarcione Appassimento IGP in purezza, Terre del Crifo IGP in purezza e in blend DOP, Grifone in purezza IGP e in blend DOP e due Bag in Tube da tre litri, “black” e “orange”, in purezza IGP.