La Puglia è la seconda regione per esportazione di vini, e uno dei tre vitigni più caratteristici è il Nero di Troia. È un vitigno presente in tutta la regione, seppur coltivato prevalentemente nel nord del tacco d’Italia, e ha una lunga storia.
È un’uva a bacca nera dalla buccia spessa; è versatile, tanto che può essere vinificato in purezza o in blend, sia in nero che in rosè, dando vita a vini rosati con ottimi risultati di qualità e veramente equilibrati nei profumi floreali, soprattutto di rosa. Un’uva nera capace di grande eleganza, insomma.
Questa tipologia di uva si esprime egregiamente se vinificata in rosso donando vini strutturati, apprezzati da appassionati e intenditori in tutto il mondo. Grazie ai suoi 4 vini Nero di Troia, il brand Crifo è valso numerosi riconoscimenti alla Cantina di Ruvo di Puglia.
Le caratteristiche di un vino Nero di Troia lo rendono immediatamente riconoscibile, alla stregua di Primitivo e Negroamaro, soltanto per fare un riferimento territoriale. Ha una grande struttura polifenolica che è molto presente nella vinificazione tradizionale in rosso e che lo rende particolarmente elegante nella vinificazione in rosa.
Il Nero di Troia era in passato usato come vino da “assemblaggio” ma negli anni è stato ben rivalutato tanto da aver ottenuto il riconoscimento di Doc come Castel del Monte (di cui Crifo produce diverse etichette), Cacc’e mmitte, Orta Nova, Rosso Barletta, Rosso Canosa e Rosso di Cerignola. Per le sue caratteristiche enologiche, il Nero di Troia sta diventando uno dei protagonisti dell’enologia pugliese e di tutta l’Italia meridionale.
Tutte queste piccole appellazioni, infatti, comprese quelle un po’ misconosciute, si stanno sempre più facendo conoscere e apprezzare anche a livello internazionale. Questo perché negli ultimi anni, grazie al lavoro dei viticoltori, tra cui giocano un ruolo importante i 500 soci della cooperativa Cantina di Ruvo di Puglia, si è compresa la vera e propria potenzialità di questo cultivar.
Per la Puglia rappresenta l’ennesimo simbolo di autenticità e identità territoriale: il Nero di Troia è definito terzo vitigno in ordine di importanza nella regione, dopo il Primitivo e Negroamaro che sono i più conosciuti. Dopo essere stato tralasciato in passato a causa delle rese abbastanza basse che hanno indotto i produttori a sottovalutarlo per decenni, finalmente oggi la tecnologia consente di ottenere buone rese e un’ottima qualità.
Infatti, a partire dal 2000 possiamo dire che in Puglia si è puntato particolarmente sulla coltivazione di vigneti da Nero di Troia, come testimoniano le tante realtà agricole e aziendali che ne fanno il proprio vino di punta. Virtuosa in questo senso è la sessantennale storia della come la Cantina di Ruvo di Puglia e del marchio Crifo, la cui eredità è oggi affidata all’esperienza dell’enologo Massimo Tripaldi.