Dopo aver considerato le caratteristiche prese in considerazione da chi acquista o degusta un vino, tra cui la tannicità, il colore (link articolo “il diavolo veste rosso rubino”) e l’alcolicità (link articolo Il grado alcolico: definizione, significato ed esempi), analizziamo ora i gusti del vino.
Il gusto del vino: definizione
Il gusto è l’insieme delle sensazioni percepite al palato, legate sia al sapore del vino che agli stimoli olfattivi o termici. Le sensazioni strettamente correlate al sapore sono: dolcezza o morbidezza, amarezza, sapidità e acidità o freschezza. Venendo percepite in zone differenti della lingua e non tutte allo stesso tempo, spesso può succedere che in un vino coesistano sapori contrastanti.
La dolcezza deriva dalla presenza di zuccheri, di polialcoli e di alcol etilico. Gli zuccheri si trasformano in alcol durante la fermentazione, e quando si è formata una certa quantità di alcol, la fermentazione si ferma naturalmente. Ecco perché per alcuni vini ottenuti da uve a elevato grado zuccherino si parla di gradazione alcolica totale, indicando il contenuto in alcol sommato agli zuccheri.
L’amarezza è la sensazione che viene percepita in concentrazioni molto più basse rispetto alle altre, ed è riscontrabile principalmente nei vini rossi in quanto deriva dalla presenza dei tannini.
La sapidità, come suggerisce il nome, è dovuta dalla presenza di sali minerali, tra cui il cloruro di sodio (sale da cucina), i fosfati e i tartrati (derivati dell’acido tartarico). Essa dipende dalle caratteristiche del terreno e del clima in cui sono coltivate le uve e dalle pratiche di vinificazione: il cloruro di sodio è presente nei vini ottenuti da vigne allevate in terreni prossimi al mare. I fosfati sono presenti principalmente nei vini rossi e nei vini provenienti da uve coltivate in zone calde.
L’acidità è legata agli acidi che il vino contiene naturalmente e, se non è eccessiva, contribuisce alla sua armonia ed equilibrio donandogli un carattere fresco e giovane.
Il gusto del vino nel Rosso di Puglia per eccellenza
Vediamo ora nel concreto come si presenta al gusto il Rosso di Puglia numero uno, il Nero di Troia.
Mediamente strutturato, pieno, fruttato e con tannini gradevoli e levigati: assolutamente consigliato per la sua freschezza che incarna perfettamente l’equilibrio e il carattere di questo vino dal finale lungo e persistente, su note delicatamente balsamiche. Assolutamente da cogliere il suo profumo fruttato e intenso, con sentori di spezie, frutti di bosco e ciliegia.
Mediamente ha un residuo zuccherino di 14 g/l e un’acidità totale 5,3 g/l: questo vino rosso di Puglia viene solitamente servito ad una temperatura di 18° e vanta di un’origine leggendaria che conferisce un tono di prestigio alle cantine che lo producono.
Il gusto del vino nel rosso del Veneto numero uno, il Bardolino
Spostiamoci ora agli antipodi dello stivale per un parallelismo tra sapori, tutti da provare.
Il Bardolino, il caratteristico vino rosso della sponda est del lago di Garda, al palato si presenta piacevole, di media tannicità e struttura, morbido e di buona acidità e sapidità. Profumato, con quei sentori fruttati che richiamano ciliegie, melograno e fragole di bosco, è un vino snello, solitamente non affinato in legno, viene servito ad una temperatura di 16-18°.
Elegante e di buona persistenza, il Bardolino ha mediamente un tasso alcolico del 13%, un’acidità totale di 5,65 g/l e un residuo zuccherino di 3,8 g/l.
Non resta che provare questi due rossi di alto livello, percorrendo un viaggio nel gusto del vino che abbraccia tutta l’Italia, alla (ri)scoperta di quei buoni sapori che il Bel Paese è in grado di regalare.